Il report scientifico mette in luce i principali problemi, ma individua anche le soluzioni per superarli
Quale impatto abbia l’azione umana sulla salute degli ecosistemi è ormai oggetto di studi da diversi anni. E i risultati emersi non sono di certo confortanti perché l’inquinamento e i cambiamenti climatici sono strettamente legati ai comportamenti spesso sbagliati dell’uomo, dalle grandi aziende a quelle più piccole, dai grandi consumatori ai piccoli consumatori. Per questo ad ognuno è demandata la propria parte perché dal destino del mare dipende anche quello dell’umanità. Tra i protagonisti di questi studi c’è di certo il team di scienziati e ricercatori di One Ocean Foundation. Grazie alle ricerche di OOF molte aziende sono consapevoli di quanto pratiche più sostenibili possano incidere sulla salute dell’ambiente e inarticolate sugli oceani. L’ultimo studio in ordine di tempo diOne Ocean Foundation ha riguardato le pressioni del settore portuale sull’oceano. I porti e i magazzini ad essi collegati sono tra le pietre miliari del commercio globale e fungono da snodi cruciali per il movimento di merci in tutto il mondo. Tuttavia, in quanto punti di accesso e di uscita fondamentali per il traffico marittimo, i porti hanno anche un impatto significativo sugli ecosistemi marini. «In questo report – spiegano da OOF – , redatto nell’ambito del progetto Ocean Disclosure Initiative, esploriamo le pressioni negati esercitate dalle operazioni portuali sull’ oceano ed evidenziamo alcune delle migliori pratiche per mitigare tale impronta ambientale. In primo luogo, i porti sono centri di attività che si basano su navi di diverse dimensioni, attrezzature e strutture per facilitare gli scambi e il commercio. Tuttavia, questa attività ha un costo: la combustione di combustibili da parte di navi e macchinari emette gas a effetto serra (GHG) e altri inquinanti atmosferici nell’atmosfera. Queste emissioni contribuiscono al riscaldamento globale e al degrado della qualità dell’aria, con un impatto sulla salute umana e marina. Inoltre, la contaminazione chimica rappresenta una minaccia persistente per gli ecosistemi marini. Gli scarichi di acque reflue delle navi, le fuoriuscite accidentali e la pulizia di scafi ed eliche introducono una miriade di inquinanti negli ambienti marini. Queste sostanze chimiche possono disturbare la vita marina, contaminare i frutti di mare e degradare la qualità dell’acqua, mettendo a rischio sia l’equilibrio ecologico sia il benessere umano. L’accumulo di rifiuti dal mare aperto nei porti rappresenta un problema urgente: senza pratiche di gestione adeguate, i porti possono diventare punti caldi per i detriti marini, che possono finire successivamente nell’oceano» Basso consumo energetico e riduzioni dell’inquinamento sono tra le possibili soluzioni di un cambiamento per arrivare al concetto di “porti verdi”.
Davide Mosca
OOF Courtesy of One Ocean Foundation