Concessioni demaniali marittime, accolto il ricorso di Confindustria Nautica

News

Il Presidente Saverio Cecchi: «Una seconda vittoria ancora più rilevante di quella ottenuta dalle associazioni balneari»

Svolta nel settore della nautica. Il tema è uno di quelli che stanno tenendo banco negli ultimi mesi dato che si tratta delle concessioni demaniali. Su questo punto le Sezioni Unite Civili della Corte di Cassazione sono di nuovo tornate a pronunciarsi valutando quanto stabilito dal Consiglio di Stato. In questo caso i magistrati hanno deciso di dare ragione a Confindustria Nautica accogliendo il ricorso presentato dall’associazione insieme ad Assomarinas e Assonat.
Tutto era partito dall’Adunanza Plenaria n. 18 del 2021, che aveva indicato nuovi criteri normativi sulle concessioni demaniali. In seguito il Consiglio di Stato, sez. V, con la sentenza n. 4072/2022 depositata il 23/05/2022, aveva deciso di applicare nel merito i principi stabiliti in precedenza dichiarando inammissibile l’intervento di Confindustria Nautica. Una decisione che è stata subito impugnata dall’organizzazione che ha voluto fare ricorso giudicando errate le scelte del Consiglio. In particolare hanno contestato il rifiuto della giurisdizione (formula usata per indicare l’impossibilità di tutelare un interesse specifico) per avere ritenuto inammissibili i loro interventi; e l’eccesso di potere (non solo per la sentenza impugnata, ma anche per quella dell’Adunanza Plenaria per avere travalicato i limiti esterni della giurisdizione amministrativa superando la sfera sia del potere legislativo e amministrativo).
Su questo punto secondo Confindustria Nautica e Assonat entrambi i giudizi sono andati oltre i propri confini di competenza «usurpando le attribuzioni dei poteri legislativo ed esecutivo nella valutazione della «scarsità delle risorsa naturale» – che è il requisito necessario all’applicazione della direttiva Bolkestein – sia introducendo una «norma di diritto transitorio» con la previsione di termini diversi da quelli previsti dalla normativa nazionale, nonché di un termine per l’indizione delle gare, formulando, infine, anche i principi ad esse applicabili».
«Si tratta di una seconda vittoria, ancora più rilevante di quella ottenuta dalle associazioni balneari del dicembre scorso, poiché in questo caso abbiamo impugnato la sentenza di merito che aveva dato applicazione ai criteri che fin da subito abbiamo ritenuto erronei e fuorvianti», afferma il Presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi. «L’ulteriore censura rispetto alle decisioni del Consiglio di Stato deve far riflettere la politica cui, in particolare per la nautica da diporto, chiediamo di riconoscere quanto stabilito dalla stessa Direttiva Bolkestein e cioè la non applicabilità alla portualità turistica».

Riccardo Lo Re