Certificata la presenza dello Zifio nel Canyon di Caprera

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Gli studi dei ricercatori di OOF hanno utilizzato il sistema del DNA ambientale per verificare i passaggi di questo cetaceo amante delle profondità e quindi di difficile avvistamento  

Proseguono gli studi di One Ocean Foundation nel sito di grande interesse scientifico denominato Canyon di Caprera. Un’area di grande biodiversità marina che si trova a trenta miglia da Porto Ferro a Porto Cervo. Gli studi in questione sono supportati dall’Università di Milano Bicocca e dall’Università dell’Insubria e sono stati focalizzati sullo Zifio, un prezioso cetaceo che assiduo visitatore del sito oggetto di studio. In particolare gli scienziati hanno utilizzato un approccio innovativo con la tecnica del DNA ambientale che ha consentito di stabilire con certezza la presenza di questi cetacei nell’area.  «L’identificazione di aree critiche per la sopravvivenza delle specie è essenziale per un’efficace conservazione dell’ambiente marino – ha spiegato Ginevra Boldrocchi, coordinatrice scientifica del progetto e ricercatrice presso l’Università dell’Insubria – . Grazie all’eDNA siamo riusciti a confermare l’importanza del Canyon per questa specie». Presenze dello Zifio sono state documentate anche nelle zone di Castelsardo, Oristano e Orosei. Gli studi rappresentano un altro importante passo per la tutela e la valorizzazione del Canyon di Caprera che è già stato riconosciuto come Hope Spot proprio grazie all’impegno di One Can Foundation. «Il DNA ambientale (indicato anche come eDNA) non è altro che il DNA che viene rilasciato da ciascun organismo vivente nell’ambiente circostante –spiega la Dott.ssa Elena Valsecchi, ricercatrice presso l’Università di Milano-Bicocca, coautrice del lavoro e che ha sviluppato il saggio molecolare-.  Il eDNA può essere estratto da ciascuna matrice ambientale, in questo caso da campioni di acqua di mare. La sua analisi, attraverso sofisticate tecniche di biologia molecolare, permette di implementare i tradizionali metodi di biomonitoraggio, soprattutto per trovare specie rare o elusive. Il principio è molto semplice: se trovo il DNA di una specie, pur senza averla avvistata direttamente, significa che è presente nella zona. È estremamente difficile poter dire con esattezza dove e quando l’animale ha rilasciato quella specifica traccia che noi riscontriamo in un campione”aggiunge la Dott.ssa Valsecchi “ma se consideriamo che queste tracce molecolari tendono a degradare velocemente e a disperdersi nella colonna d’acqua con le correnti, possiamo aspettarci che, se il segnale è percettibile, allora è relativamente recente». Lo Zifio è un animale estremamente affascinante capace di raggiungere i 2mila metri di profondità. Per questo motivo gli avvistamenti sono molto rari anche nel Canyon di Caprera che è il più grande sistema di canyon sottomarini di quest’area e raggiunge i 1500 m di profondità.

Davide Mosca