I dati parlano chiaro e fotografano questo territorio primeggiare nell’intera Isola candidandolo a pieno titolo come distretto nazionale della nautica da diporto
La filiera della nautica della Gallura marittima conta 854 imprese, con 3600 occupati diretti e ricavi cumulati pari a 328,4 milioni di euro. La filiera della nautica della Sardegna conta 2020 imprese, con 10.554 occupati diretti e ricavi cumulati pari a 1 miliardo 890,8 milioni di euro. Sono i numeri del report curato dal Cipnes Gallura e dal Consorzio Polo universitario Olbia (UniOlbia) sull’impatto economico della nautica e della portualità turistica sul territorio della Gallura marittima e su quello della Sardegna. I dati fanno riferimento ai bilanci depositati dalle società di capitali, come Spa e Srl; artigiani, imprese individuali e società di persone (Snc, Sas) non sono obbligati a presentare i bilanci. Dunque, il volume d’affari è certamente superiore a quello indicato. I numeri non mentono e pongono Olbia e la Gallura al centro della nautica in Sardegna. Il progetto del distretto nazionale della nautica a Cala Saccaia poggia su basi solide e Olbia punta al polo di alta formazione dell’industria nautica in Sardegna, che sarebbe uno dei requisiti più importanti per l’eventuale successiva investitura a distretto nazionale della nautica da diporto. L’isola ha 68 porti e approdi turistici, seconda regione italiana dopo la Liguria. Il nord Sardegna ne ha 42, ma di questi quasi il 70% sono a Olbia e in Gallura. Su 21.275 posti barca totali, quasi 14 mila sono tra Olbia, la Gallura e una parte anche nel sassarese. Su 1362 posti barca nei campi boa, oltre mille sono quelli nelle coste galluresi. La Gallura e soprattutto Olbia hanno il 64% delle imprese nautiche primarie.
Giandomenico Mele