È la stima rilevata dal Centro Studi e Comunicazione del Cipnes Gallura. La Gallura si conferma la terra degli yacht
La stagione a Porto Cervo procede a gonfie vele. Eventi, serate glamour, la grande vela. E gli effetti si vedono con la presenza dei più grandi bolidi in mare aperto. Lo spettacolo è solo agli inizi ma con il mese di luglio le piccole e grandi imbarcazioni stanno letteralmente popolando l’isola per la gioia del turismo e dell’economia del territorio. 25 superyacht per un valore di 2,6 miliardi di dollari sono stati localizzati tra Porto Cervo, Cala di Volpe, Porto Rotondo e Olbia fra il 2 e il 4 luglio 2024. A stabilirlo è l’analisi periodica dei Centri Studi e Comunicazione del Cipnes Gallura e di UniOlbia basata sui dati satellitari di MarineTraffic e VesselFinder e sulle valutazioni economiche di superyachtfan.com e Forbes.
A colpire di questa ultima analisi è lunghezza media delle imbarcazioni che è di 76 metri: il più lungo è lungo 133 metri, il più corto 47 metri. Il patrimonio personale di 20 proprietari ammonta a 68,4 miliardi dollari (di 5 non è noto). Gli Stati Uniti sono la nazione più rappresentata, con 6 proprietari.
Cipnes Gallura e UniOlbia scelgono di raccogliere questi dati per promuovere l’importanza della nautica nella crescita economica e sociale della Sardegna. Un modo per sostenere le imprese del settore, molte delle quali attive nel distretto produttivo di Olbia, e allo stesso tempo per alimentare l’interesse dei giovani per i corsi di laurea e di specializzazione in Economia del Turismo e Ingegneria Navale offerti dalle Università di Sassari e Cagliari a Olbia, con il supporto di UniOlbia.
I benefici dell’industria nautica sono sotto gli occhi di tutti: i superyacht hanno uno straordinario effetto positivo sull’economia e l’occupazione dei territori in cui ormeggiano, come illustrato nello studio di Cipnes e UniOlbia. Un superyacht di 90 metri, sempre secondo i dati delle associazioni, lascia sul territorio 40.302 euro al giorno.
Riccardo Lo Re