A Livorno si volta pagina: i dettagli del nuovo cantiere di maxi yacht

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L’area servirà per la produzione di modelli di grandi dimensioni. Grazie al progetto si prevede un aumento dei ricavi e di posti di lavoro

Il settore della nautica è una parte essenziale dell’industria italiana. Lo dimostrano i grandi marchi che rispecchiano l’eccellenza del Made in Italy che sono apprezzati in tutto il mondo. Ma l’esempio concreto da tenere bene a mente è la cantieristica navale. A Livorno, per esempio, si sta lavorando per la creazione di un nuovo cantiere di maxi yacht. Un traguardo ancora lontano, anche se il percorso, come si vede nel documento presentato da Rina Consulting, è ben tracciato verso il settore del lusso. Il cambiamento passerà da una ripartizione dell’intera superficie in tre macroaree a cui va aggiunta una quarta area di minori dimensioni tra le zone di Darsene Calafati e Pisa. Si parla di circa  53 mila metri quadri che andranno gestiti con le realtà che già operano nel porto di Livorno: Fratelli Neri, che si occupa di servizi per il rigassificatore OLT e per il Consorzio Castalia per quanto riguarda il controllo ambientale; la società di riparazioni navali Gestione Bacini, le ditte Tommaso Montano & Figli, Romoli Roberto, Lorenzoni Luigi e Fratelli.

Tra i progetti previsti ci sarà la possibilità di una riqualificazione dell’area con «operazioni di demolizione e ricostruzione per le quali è necessario il preliminare percorso con le amministrazioni statali competenti» in modo da «consentire la disponibilità di ampi piazzali aperti». In più non mancheranno investimenti per la «realizzazione delle infrastrutture e per acquisire gli equipaggiamenti di maggior dimensione (come per esempio la Sincro Lift e Capannoni Telescopici)».

Quali saranno i benefici di questo nuovo hub per superyacht? La società ha stilato diversi scenari per comprendere appieno i costi e i ricavi legati a questo nuovo progetto. Nei modelli presentati è interessante notare come le rendite economiche e le ricadute occupazionali siano «mediamente nettamente migliori dei dati che realizzano complessivamente gli attuali titolari delle concessioni».

La Rendita economica desunta dai dati di bilancio pubblici delle cinque aziende non supera infatti i 12 milioni di euro con 49 dipendenti. Negli scenari peggiori i ricavi possono variare dai 26 ai 33 milioni di euro con la possibilità di avere di 148 persone occupate e con un salario tra i 7 e i 9 milioni di euro lordi (52mila euro annui per ogni lavoratore). Per consentire la produzione di nuovi yacht a pieno regime (ipotizzando a regime un turnover di 8 unità in refitting/allestimento più 3 unità in costruzione) le stime di fatturato sono ancora più alte, aggirandosi tra i 79 e gli 81 milioni di euro con un aumento considerevole di occupati dai 442 ai 484 secondo le previsioni più rosee del report.

Riccardo Lo Re